Attribué à Jacopo Negretti, dit Palma le Jeune (Venise 1548-1628) Saint Sébastien porte une inscription 'Tintoret fecit' (en bas à droite) fusain, et rehauts de blanc sur papier bleu bears inscription 'Tintoret fecit' (lower right) charcoal on blue paper 29.4 x 18.1cm (11 9/16 x 7 1/8in).
Palma/Negretti, Jacopo, gen. Palma il Giovane (Venice 1544 - 1628 ibid., son of the painter Palma il Vecchio, active for a time in Rome and Urbino),"Madonna with the Rosary with Francis of Assisi and Bishop",(Venice 1544 - 1628 ibid., son of the painter Palma il Vecchio, active for a time in Rome and Urbino), "Madonna with the Rosary with Francis of Assisi and Bishop", Pen and brown ink over pencil on paper, Comte Rey de Villette Collection Lugt 2200a, watermark, 25.5 x 18.5 cm, framed under glass Palma/Negretti, Jacopo, gen. Palma il Giovane (Venedig 1544 - 1628 ebda., Sohn des Malers Palma il Vecchio, zeitweise in Rom und Urbino tätig), "Madonna mit dem Rosenkranz mit Franz von Assisi und Bischof", Feder in Braun über Bleistift auf Papier, Sammlung Comte Rey de Villette Lugt 2200a, Wasserzeichen, 25.5 x 18.5 cm, unter Glas gerahmt
Jacopo NEGRETTI, dit PALMA il Giovane (Venise, 1548/1550 - 1628) Saint Sébastien, sainte Lucie et saint Roch Plume et encre brune, lavis brun et rehauts de blanc avec mise au carreau Signé '(...) palma (...) / giovan' en bas à gauche (Bords irréguliers, légèrement cintré en partie supérieure) H : 34.0 cm, L : 19.0 cm Jacopo NEGRETTI, dit PALMA il Giovane (Venise, 1548/1550 - 1628) H : 34.0 cm, L : 19.0 cm
Oil on canvas, measurements: 110 x 80 cm, framed measurements: 130 x 100 cm. Repainting and small restorations carried out in the 19th century. Important private collection, Madrid.
Property from a Distinguished Private Collection Attributed to Jacopo Palma, called Palma Giovane (Venice 1544 - 1628) The Annunciation Pen and brown ink and wash, within a drawn arch; bears numbering, in pen and brown ink, lower left: 125 227 by 134 mm
Palma, Jacopo il Giovane (nach) Venedig 1544 - 1628 31 x 44 cm The Adoration of the Shepherds. Oil/panel. Palma, Jacopo il Giovane (nach) Venedig 1544 - 1628 31 x 44 cm Die Anbetung der Hirten, Öl/Holz.
Palma/Negretti, Jacopo, gen. Palma il Giovane (Venice 1544 - 1628 ibid., son of the painter Palma il Vecchio, active for a time in Rome and Urbino),"Madonna with the Rosary with Francis of Assisi and Bishop",(Venice 1544 - 1628 ibid., son of the painter Palma il Vecchio, active for a time in Rome and Urbino), "Madonna with the Rosary with Francis of Assisi and Bishop", Pen and brown ink over pencil on paper, Comte Rey de Villette Collection Lugt 2200a, watermark, 25.5 x 18.5 cm, framed under glass Palma/Negretti, Jacopo, gen. Palma il Giovane (Venedig 1544 - 1628 ebda., Sohn des Malers Palma il Vecchio, zeitweise in Rom und Urbino tätig), "Madonna mit dem Rosenkranz mit Franz von Assisi und Bischof", Feder in Braun über Bleistift auf Papier, Sammlung Comte Rey de Villette Lugt 2200a, Wasserzeichen, 25.5 x 18.5 cm, unter Glas gerahmt
siglato in basso a destra: "I(acobus) P(alma)" "Siglato I(acobus) P(alma), questo dipinto è stato accostato da Stefania Mason all'eguale soggetto conservato nell’oratorio della Santissima Trinità di Chioggia (1601), proponendone altresì la medesima datazione in virtù dei similari stilemi formali e iconografici. L'opera, un tempo appartenuta alla collezione del pittore Italico Brass e in seguito a quella di Pietro Scarpa, è stata inserita dalla Mason nella monumentale monografia che la studiosa dedicato al pittore veneziano. Della tela di Chioggia la nostra ne ripete la postura del Cristo vacillante sotto il peso della Croce e l'affollarsi delle figure, di sgranatura per le figure fedeli e sgherri, attornianti il Redentore. Se ne differenzia, invece, nella proposizione verticale al contrario di quella dell'oratorio chioggiotto che si sviluppa in orizzontale. Questo episodio della Passione di Cristo è descritto da Palma il Giovane con notevole forza espressiva, con un pathos narrativo che travalica una produzione di routine, seppur sempre di alto valore formale, tipica dell'autore, assumendo le forme di un piccolo capolavoro."
Esistono numerosi studi di teste attribuite a Palma il Giovane, sia maschili che femminili: a volte si tratta di studi dal vero, altre di esercizi d'accademia tratti da sculture.
Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane (1544 - 1628) Ritratto di giovane uomo barbato Olio su tela 41,3 x 29,7 cm Altre iscrizioni: al verso del telaio, a matita una indicazione scarsamente leggibile «ho t, l. 29 ya Carsu 162» (?) Elementi distintivi: al verso della cornice e del telaio, in pennarello nero, «LK 58» Bibliografia: D.S. Pepper, "Annibale Carracci’s Venetian Portraits", in "Arte documento", XIII, 1999, pp. 200 e 203 (ill. fig. 8) Stato di conservazione. Supporto: 80% (reintelo) Stato di conservazione. Superficie: 85% (alcune cadute di colore e ritocchi di diverso periodo nella parte sinistra del volto, nello sfondo, nel colletto e nella fronte, come pure, a sinistra, tra occhio e tempia, e ai margini destro e inferiore; ridotta consunzione della materia pittorica, per esempio nell’occhio a sinistra) Nella produzione veneta del Cinquecento la ritrattistica assume un ruolo significativo e di distinzione sociale. Vi si dedicano grandi maestri come Tiziano, Tintoretto e Veronese, e la diffusione di questo genere pittorico diviene presto enorme. La collocazione del nostro dipinto è stata a lungo dibattuta per la sua qualità e capacità di richiamare modelli illustri anche distanti, da Venezia all’Emilia, infine approdando alla persuasiva restituzione al corpus di Palma il Giovane. L’opera è stata pubblicata da Pepper nel 1999 come "Portrait oil sketch of a bearded man", insieme a due ritratti analoghi, tutti con attribuzione ad Annibale Carracci: «We now turn to three portraits that I believe illustrate Annibale’s deepening fascinantion with Titian. Malvasia reports that Annibale had painted a copy of Titian’s St. Peter Martyr to learn directly from the master. The three portrait presented here (figs. 7, 8, 9) shared the saturated colors of Titian’s palette, the free brush work of Annibale’s Venetian manner, nd the gaze of the subject directed toward the observer noted in Palazzo Pitti painting. In all three we find the spontaneity and vivacity we have come to expect in Annibale’s portraits». Notevole che lo stesso Pepper, nel prendere in esame la storia attributiva dei ritratti in pubblicazione, rimarchi come «typical» le concorrenziali attribuzioni a Palma il Giovane, Leandro Bassano e Domenico Tintoretto (Pepper 1999, p. 200). Infatti, anche per la tela in esame, l’attribuzione a Carracci non è condivisa da Daniele Benati che per i «caratteri marcatamente veneti» avvicina l’opera «a Palma il Giovane o a un artista a lui affine» (comunicazione del 23 ottobre 2023). Nell’ottobre 2023, a cura di Gianluca Poldi, la tela è stata sottoposta ad approfondimenti diagnostici: Riprese fotografiche in luce diffusa, radente o semiradente; riflettografia in infrarosso in 2 bande spettrali (850-1000 nm ca., 1060-1080 nm ca.), infrarosso in falso colore (IRC). La notevole qualità dell’impasto dell’incarnato si unisce ad una materia pittorica bene conservata. Tra il naso e le arcate oculari sono percepibili tracce riconducibili a underdrawing. L’analisi TIR (transmitted infrared light) ha fatto emergere la figura di un volto maschile sottostante, ugualmente di tre quarti, rivolto però in direzione opposta rispetto l’effigiato (Poldi, ottobre 2023). Questo aspetto – il volto sotto il volto visibile – è focale per confermare che il ritratto non solo è di invenzione, ma dipinto di getto su precedenti pensieri dell’autore. L’inclinazione e la qualità esecutiva ricordano, in controparte (cioè nello stesso senso del profilo visibile all’infrarosso), il profilo maschile di Tintoretto conservato ai Musei Civici di Padova (inv. 772), frammento di analoga dimensione (35x30 cm) da una tela maggiore e esso stesso al centro di una complessa vicenda attributiva: dalla generica intitolazione alla “scuola tizianesca”, ripresa nel 1991 da Romani, alla restituzione a Tintoretto operata da Davide Banzato soltanto nel 2009, in raffronto in particolare alla “Testa virile” della National Gallery of Scotland (n. 689), un altro frammento, e al “Busto di Gentiluomo” del Kunsthistorisches Museum di Vienna (n. 701) (Paola Rossi, scheda di, Davide Banzato e Franca Pellegrini, a cura di, “Lo spirito e il corpo 1550-1650. Cento anni di ritratti a Padova nell’età di Galileo”, 2009, Milano, cat. 2, pp. 86-87). Approfondendo le analisi nel Cinquecento veneto, secondo il suggerimento di Benati, per stile e fisionomia il ritratto è stato confrontato ampiamente con la produzione di Jacopo Negretti con cui mostra stretta coerenza. Salta all’occhio, per esempio, la vicinanza allo "Autoritratto in atto di dipingere una Resurrezione" realizzato dal pittore veneziano intorno al 1580 e conservato oggi presso la Pinacoteca di Brera, Milano (inv. 426). Esaminata l’opera in immagini ad alta risoluzione a luce visibile e TIR, Stefania Mason Rinaldi, curatrice del catalogo ragionato dell’artista (Palma il Giovane 1548 - 1628; disegni e dipinti, Milano 1990), supporta la potenziale attribuzione a Palma. Nel corso degli studi sul dipinto era emersa la possibilità che si trattasse di un autoritratto del veneziano, ipotesi che, nel confronto con gli autoritratti noti, la studiosa non considera certa (comunicazione del 29 ottobre 2023). Frederick Ilchman, su base fotografica è confidente che il ritratto non sia di Tintoretto e concorda con l'opinione espressa da Stefania Mason Rinaldi in favore di Palma o di un artista a lui vicino (« I am confident that this portrait is not by Jacopo Tintoretto, an artist I know very well. I am Inclined to go with Stefania Mason’s view that this man was painted by Palma Giovane, or an artist close to him»). Il Prof. Ilchman suggerisce, a questo proposito, il confronto con il "Ritratto di scultore" («a finer example (more refined, more detailed) more refined, more detailed)» but has some similarities» con il dipinto in studio), di Palma il Giovane conservato presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna: «note the similar ear, the white collar, and so on» (comunicazione del 29 dicembre 2023). Anche Andrea Donati concorda con l’attribuzione a Palma il Giovane (comunicazione del 17 novembre 2023). Ringraziamo i Professori Daniele Benati, Frederick Ilchman e Stefania Mason Rinaldi e i dottori Andrea Benati e Gianluca Poldi per il supporto nella catalogazione dell’opera.
Jacopo Palma, gen. Palma il Giovane, Werkstatt 1544 o. 1548 Venedig - 1628 ebenda The Flagellation of Christ Remnants of two adhesive labels with illegible handwritten inscription on the stretcher. Oil auf canvas. 73 x 91.5 cm. Relined. Restored. Minor damage. Minor damage to frame (93 x 113 cm). Verkleinernde Wiederholung von Palmas Gemälde in San Francesco della Vigna, Venedig (Öl auf Leinwand 103 x 135 cm). Vgl. zu diesem Mason Rinaldi, Stefania, Palma il Giovane. Lopera completa. Mailand 1984, WVZ-Nr. 368 (mit Abb. 366). Eine weitere Wiederholung des Themas wird als eigenhändige Arbeit des Künstlers im Katalog der Fondazione Zeri, Bologna, geführt (Nr. 43065). Dieses Gemälde befand sich 1963/64 beim Kunsthändler Giovanni Salocchi in Florenz. Es liegen keine Maßangaben vor, das Gemälde ist nur in Form einer SW-Fotografie überliefert. provenance: Collection of Joseph Clemens Prince of Bavaria. - Hugo Ruef, Munich, Auction 447, 14-16 November 1990, catalogue no. 1411 (with illustration on p. 87). - Collection of Hans Constantin Faußner, Munich.
(Venice 1544–1628) The Baptism of Christ, oil on canvas, 49 x 87 cm, framed Provenance: with Luciano Franchi, late 1980s; where acquired by the father of the present owner We are grateful to Mauro Lucco for confirming the attribution of the present painting after examination in the original. He dates this work to circa 1620.
Etching, 180 x 225 mm. Bartsch XVI.25 Fine, fresh impression on thin laid paper. Specimen with narrow margins (0.5-2 mm). In excellent condition except for two small stains in the center of the composition.
Attribué à Jacopo Negretti, dit Palma le Jeune (Venise 1548-1628) Saint Sébastien porte une inscription 'Tintoret fecit' (en bas à droite) fusain, et rehauts de blanc sur papier bleu bears an inscription 'Tintoret fecit' (lower right) charcoal on bleu paper 29.4 x 18.1cm (11 9/16 x 7 1/8in).
(Venezia, 1544 - 1628) Ritratto di Giorgio Scanderberg (1403-1468) Olio su tela, cm 63X50 Il ritratto in esame raffigura Giorgio Scanderberg (1403-1468), principe albanese che fu a capo della rivolta del proprio paese contro il dominio turco e reca un'attribuzione collezionistica a Jacopo Negretti detto Palma il Giovane. L'opera presenta una qualità pittorica alta e una evidente sensibilità tenebrosa, con una luminosità crepuscolare che sembra scivolare sulla figura trasfigurando il colore, che emerge grazie a sapienti rialzi di lume e di tonalità. L'estetica dell'opera è da cogliere altresì nei diversi passaggi a velatura, nei pigmenti preziosi e negli impasti rapidi impiegati nel delineare il volto e i panneggi. Bibliografia di riferimento: S. Mason Rinaldi, Palma il Giovane. L'opera completa, Milano 1984, ad vocem Palma il Giovane 1548-1628. Disegni e dipinti, catalogo della mostra a cura di S. Mason Rinaldi, Milano 1990, ad vocem
Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane (1544 - 1628) Ritratto di giovane uomo barbato Olio su tela 41,3 x 29,7 cm Altre iscrizioni: al verso del telaio, a matita una indicazione scarsamente leggibile «ho t, l. 29 ya Carsu 162» (?) Elementi distintivi: al verso della cornice e del telaio, in pennarello nero, «LK 58» Bibliografia: D.S. Pepper, "Annibale Carracci’s Venetian Portraits", in "Arte documento", XIII, 1999, pp. 200 e 203 (ill. fig. 8) Stato di conservazione. Supporto: 80% (reintelo) Stato di conservazione. Superficie: 85% (alcune cadute di colore e ritocchi di diverso periodo nella parte sinistra del volto, nello sfondo, nel colletto e nella fronte, come pure, a sinistra, tra occhio e tempia, e ai margini destro e inferiore; ridotta consunzione della materia pittorica, per esempio nell’occhio a sinistra) Nella produzione veneta del Cinquecento la ritrattistica assume un ruolo significativo e di distinzione sociale. Vi si dedicano grandi maestri come Tiziano, Tintoretto e Veronese, e la diffusione di questo genere pittorico diviene presto enorme. La collocazione del nostro dipinto è stata a lungo dibattuta per la sua qualità e capacità di richiamare modelli illustri anche distanti, da Venezia all’Emilia, infine approdando alla persuasiva restituzione al corpus di Palma il Giovane. L’opera è stata pubblicata da Pepper nel 1999 come "Portrait oil sketch of a bearded man", insieme a due ritratti analoghi, tutti con attribuzione ad Annibale Carracci: «We now turn to three portraits that I believe illustrate Annibale’s deepening fascinantion with Titian. Malvasia reports that Annibale had painted a copy of Titian’s St. Peter Martyr to learn directly from the master. The three portrait presented here (figs. 7, 8, 9) shared the saturated colors of Titian’s palette, the free brush work of Annibale’s Venetian manner, nd the gaze of the subject directed toward the observer noted in Palazzo Pitti painting. In all three we find the spontaneity and vivacity we have come to expect in Annibale’s portraits». Notevole che lo stesso Pepper, nel prendere in esame la storia attributiva dei ritratti in pubblicazione, rimarchi come «typical» le concorrenziali attribuzioni a Palma il Giovane, Leandro Bassano e Domenico Tintoretto (Pepper 1999, p. 200). Infatti, anche per la tela in esame, l’attribuzione a Carracci non è condivisa da Daniele Benati che per i «caratteri marcatamente veneti» avvicina l’opera «a Palma il Giovane o a un artista a lui affine» (comunicazione del 23 ottobre 2023). Nell’ottobre 2023, a cura di Gianluca Poldi, la tela è stata sottoposta ad approfondimenti diagnostici: Riprese fotografiche in luce diffusa, radente o semiradente; riflettografia in infrarosso in 2 bande spettrali (850-1000 nm ca., 1060-1080 nm ca.), infrarosso in falso colore (IRC). La notevole qualità dell’impasto dell’incarnato si unisce ad una materia pittorica bene conservata. Tra il naso e le arcate oculari sono percepibili tracce riconducibili a underdrawing. L’analisi TIR (transmitted infrared light) ha fatto emergere la figura di un volto maschile sottostante, ugualmente di tre quarti, rivolto però in direzione opposta rispetto l’effigiato (Poldi, ottobre 2023). Questo aspetto – il volto sotto il volto visibile – è focale per confermare che il ritratto non solo è di invenzione, ma dipinto di getto su precedenti pensieri dell’autore. L’inclinazione e la qualità esecutiva ricordano, in controparte (cioè nello stesso senso del profilo visibile all’infrarosso), il profilo maschile di Tintoretto conservato ai Musei Civici di Padova (inv. 772), frammento di analoga dimensione (35x30 cm) da una tela maggiore e esso stesso al centro di una complessa vicenda attributiva: dalla generica intitolazione alla “scuola tizianesca”, ripresa nel 1991 da Romani, alla restituzione a Tintoretto operata da Davide Banzato soltanto nel 2009, in raffronto in particolare alla “Testa virile” della National Gallery of Scotland (n. 689), un altro frammento, e al “Busto di Gentiluomo” del Kunsthistorisches Museum di Vienna (n. 701) (Paola Rossi, scheda di, Davide Banzato e Franca Pellegrini, a cura di, “Lo spirito e il corpo 1550-1650. Cento anni di ritratti a Padova nell’età di Galileo”, 2009, Milano, cat. 2, pp. 86-87). Approfondendo le analisi nel Cinquecento veneto, secondo il suggerimento di Benati, per stile e fisionomia il ritratto è stato confrontato ampiamente con la produzione di Jacopo Negretti con cui mostra stretta coerenza. Salta all’occhio, per esempio, la vicinanza allo "Autoritratto in atto di dipingere una Resurrezione" realizzato dal pittore veneziano intorno al 1580 e conservato oggi presso la Pinacoteca di Brera, Milano (inv. 426). Esaminata l’opera in immagini ad alta risoluzione a luce visibile e TIR, Stefania Mason Rinaldi, curatrice del catalogo ragionato dell’artista (Palma il Giovane 1548 - 1628; disegni e dipinti, Milano 1990), supporta la potenziale attribuzione a Palma. Nel corso degli studi sul dipinto era emersa la possibilità che si trattasse di un autoritratto del veneziano, ipotesi che, nel confronto con gli autoritratti noti, la studiosa non considera certa (comunicazione del 29 ottobre 2023). Frederick Ilchman, su base fotografica è confidente che il ritratto non sia di Tintoretto e concorda con l'opinione espressa da Stefania Mason Rinaldi in favore di Palma o di un artista a lui vicino (« I am confident that this portrait is not by Jacopo Tintoretto, an artist I know very well. I am Inclined to go with Stefania Mason’s view that this man was painted by Palma Giovane, or an artist close to him»). Il Prof. Ilchman suggerisce, a questo proposito, il confronto con il "Ritratto di scultore" («a finer example (more refined, more detailed) more refined, more detailed)» but has some similarities» con il dipinto in studio), di Palma il Giovane conservato presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna: «note the similar ear, the white collar, and so on» (comunicazione del 29 dicembre 2023). Anche Andrea Donati concorda con l’attribuzione a Palma il Giovane (comunicazione del 17 novembre 2023). Ringraziamo i Professori Daniele Benati, Frederick Ilchman e Stefania Mason Rinaldi e i dottori Andrea Benati e Gianluca Poldi per il supporto nella catalogazione dell’opera.
Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia 1549 - 1628), Attribuito a, Giuseppe e la moglie di Putifarre olio su tela Il modello compare anche in una incisione nelle 'Regole per imparar a disegnar i corpi humani diuise in doi libri delineati dal famoso pittor Giacomo Palma. Libro primo', pubblicate a Venezia nel 1636, per cura di Marco Sadeler. L'opera si presenta in tipica tela veneziana 'a spina di pesce'. cm 97x146 Da restaurare Il ritiro o la spedizione avverrà dal luogo in cui si trova (Roma)
Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia 1549 - 1628) attribuito Madonna e Gesù Bambino Olio su tela 59 x 52,5 cm Interessanti riscontri li ritroviamo in: Vergine col Bambino della pala nella chiesa di San Marco a Milano (monografia Palma il Giovane di N. Ivanoff e P. Zampetti pag. 719 fig. 5); Vergine col Bambino della pala di Pergola, chiesa di S. Andrea (monografia Palma il Giovane di N. Ivanoff e P. Zampetti pag. 722 fig. 5) ; Vergine col Bambino della pala della cattedrale di Hvar (monografia Palma il Giovane di N. Ivanoff e P. Zampetti pag. 727 fig. 4). Figlio d’arte, il padre Antonio Palma era pittore, come lo zio del padre il noto Palma il Vecchio, nonché, lo zio materno, Bonifacio de’ Pitati detto Bonifacio Veronese. La sua formazione si arricchì con il soggiorno romano durato ben quattro anni e coronato da importanti commissioni, comunque le sue due fonti d’ispirazione rimasero evidentemente veneziane: Tintoretto e Tiziano. Del primo colse soprattutto la veemenza scenica delle rappresentazioni che spesso seguono linee vorticose mettendo in luce il suo impeto creativo e la sua animata fede. I temi biblici, come in Tintoretto, sono sempre rappresentati mentre si compie l’avvenimento centrale, in questo modo, l’osservatore si trova nel mezzo di una narrazione sospesa di cui conosce il finale che non si è ancora verificato. Con il maestro cadorino, invece, ebbe un rapporto diretto essendo stato nella sua bottega come aiuto piuttosto che allievo, visti i suoi 25 anni dopo il ritorno da Roma nel 1574. Il dato è riportato dal Boschini, "che pure anco hebbe fortuna di godere degli eruditi precetti di Tiziano". L’esperienza a contatto con il l’anziano maestro gli permise di conoscere approfonditamente la sua tecnica realizzativa, tant’è che gli fu affidato il compito di completare la Pietà, oggi all’Accademia, rimasta incompiuta per la sopraggiunta morte del Tiziano. Jacopo Negretti also called Palma il Giovane (Venice 1549 - 1628) attributed Madonna and Child Jesus Oil on canvas 59 x 52,5 cm Detailed evidence can be found in: Virgin and Child from the altarpiece in the church of San Marco in Milan (monograph Palma il Giovane by N. Ivanoff and P. Zampetti page 719 fig. 5); Virgin and Child from the Pergola altarpiece, church of S. Andrea (monograph Palma il Giovane by N. Ivanoff and P. Zampetti page 722 fig. 5); Virgin and Child from the altarpiece of the Hvar Cathedral (monograph Palma il Giovane by N. Ivanoff and P. Zampetti page 727 fig. 4).
Italian Drawings from a Private Collection, USA Jacopo Palma, called Palma Giovane 1544 - 1628 The Temptation of Christ Pen and brown ink and wash heightened with white; bears old attribution in brown ink, lower left: palma 296 by 198 mm; 11⅝ by 7⅞ in.
JACOPO NEGRETTI, CALLED PALMA IL GIOVANE (VENICE 1548-1628) Saint Christopher carrying the Christ Child black chalk, pen and brown ink, brown wash, heightened with white on light brown paper 10 ¼ x 7 ½ in. (26.4 x 19.3 cm)
Jacopo Negretti, called Palma Giovane Venice 1544 - 1628 Saint Sebastian oil on canvas canvas: 38 by 28 ¼ in.; 96.5 by 71.8 cm. framed: 46 ⅜ by 37 in.; 117.8 by 94.0 cm.
Jacopo Negretti, called Palma Giovane Venice 1544 - 1628 Martyrdom of Saint Lawrence oil on copper copper: 33 ⅛ by 25 ½ in.; 84.1 by 64.8 cm. framed: 39 ¼ by 32 ⅛ in.; 99.7 by 81.6 cm.
Oil on canvas, measurements: 110 x 80 cm, framed measurements: 130 x 100 cm. Repainting and small restorations carried out in the 19th century. Important private collection, Madrid.
NEGRETTI, JACOPO ('Palma il Giovane') Venice 1550 ca. - 1628 attributed Title: Lamentation of Christ. Technique: Sepia drawing on paper. Measurement: 19,5 x 14cm. Provenance: Private ownership, Germany. Explanations to the Catalogue Estimated shipping costs for this lot: Germany: 21,85 Euro plus 4,15 Euro VAT EU: 29,41 Euro plus 5,59 Euro VAT Worldwide: 54,62 Euro plus 10,38 Euro VAT additional shipping insurance
Palma, Jacopo il Giovane (nach) Venedig 1544 - 1628 31 x 44 cm The Adoration of the Shepherds. Oil/panel. Munich private collection. Probably based on the copper engraving by Lucas Kilian (1579-1637).
Sono noti agli studi due ritratti di Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane per non confonderlo con il celebre prozio pittore Palma il Vecchio. Un primo autoritratto giovanile, nella veste dell'elegante e spavaldo pittore è quello datato al 1580 circa oggi conservato alla Pinacoteca di Brera. Il secondo è un ritratto probabilmente opera di Jacopo Bassano, databile al 1681 e acquistato l'anno seguente da Cosimo III de Medici e oggi conservato nel Corridoio vasariano. La perfetta aderenza fisiognomica e i tratti della maturità sono riscontrabili anche nella derivazione veneta dello stile del dipinto, molto attento all'esperienza della ritrattistica di Tiziano e Tintoretto. Olio su tela, dimensioni ext. 96x81, int. 80x67 cm.
The small format picture shows the scenery in the dark, late evening lighting according to the biblical account. The body of Christ is depicted, surrounded by Mother Mary, Saint John, whose head appears behind Christ's shoulder, Joseph of Arimathea with a long beard and Mary Magdalene, who takes care of the side wound of Jesus with a cloth. In the background the Calvary with the crosses still erected with the two thieves and the city of Jerusalem. Despite the darkened colouring, the Mannerist colors are particularly evident in the light violet dress of the Magdalena. The hairstyle is immediately reminiscent of Venetian painting by Veronese and the young Tintoretto. The painter, called "Il Giovane" to distinguish him from his great-uncle Palma Vecchio, probably first studied with his father, practiced copying after Titian at the age of 16 and was soon discovered by the Duke della Rovere of Urbino. From 1570 in Venice, he was influenced by Tintoretto. The master is considered an important pioneer of the early Venetian Baroque. A sepia drawing by the artist “Beweeping Christ”, which is in the Städel Museum in Frankfurt, shows a compositional relationship. Furthermore, the representation of the bearded old man here in the picture on the left is closely related to the "Portrait of the Sculptor Alessandro Vittoria" in the Kunsthistorisches Museum Vienna (around 1600/1605)
Palma il Giovane. (Jacopo Palma, 1544-1628), oder Umkreis. Wohl Altersporträt Tizian (um 1488-1576). Zeichnung. Tuschfeder und Tuschpinsel, Sepia, rotbraun laviert, sehr dünnes Bütten. Hochoval, 7,7:6,2 cm, Papierformat 12,7:8,5 cm. Die Chronik zu Palma di Giovane kommt der Zuschreibung entgegen. Er hat das künstlerische Vermächtnis seines Onkels Palma il Vecchio (1480-1528), ausgebildet in Konkurrenz mit seinem venezianischen Landsmann Tizian, zu neuer Blüte weitergeführt, in Orientierung an dem Werk Tizians und in Verehrung des Meisters: Er war 16 Jahre alt, als er ein Bild von Tizian kopierte, und nach dem Tod Tizians erwarb er aus dessen Atelier ein unfertiges Gemälde seiner Hand, das er vollendete. Ihn für das vorliegende Porträt in Anspruch zu nehmen, ist nächstliegend, auch im stilistischen Vergleich. Die Identität des Dargestellten mag auch aus A. Carraccis graphischer Wiederholung eines Tizian’schen Selbstporträts (Berlin, Staatl. Museen Preussischer Kulturbesitz) deutlich machen (unsere Dokumentationsabbildung), auch der Pelzumhang ist in unsere Originalzeichnung übernommen. Abweichend von den bisher bekannten Bildnissen stellt sie uns den Meister nahezu en face vor. Die insgesamt elf Porträts im Werkverzeichnis von H. E. Wethey (The Paintings of Titian, II, The Portraits, London 1971, S. 179-181), einschließlich spätere Nachbildungen, folgen den Selbstbildnissen in einer Drehung des Kopfes mit Betonung auf Seitenblick. – Einige kleinere Stockflecken im weißen Rand, eckfleckig unten links, knapper Papierverlust rechte obere Ecke, Knickfalte durchgehend vom oberen bis in den rechten Rand mit kurzer Berührung der Zeichnung.
Cain and Abel. Oil on canvas. In possibly original period frame. A monumental version of the existing smaller and less detailed version of the painting in the Kunsthistorisches Museum Vienna from the same subject. Especially the fruits, fire place and landcape are in our version richer executed. 123 x 178 cm.
(Venezia, 1548/50 ; 1628) San Girolamo Olio su tela, cm 46,5X71 Il dipinto è un prodotto della primissima maturità di Jacopo Negretti, riconducibile al nono decennio, quando il pittore si misura con gli esempi dell'ultimo Tiziano, di Jacopo Tintoretto e Jacopo Bassano. L'esecuzione è a guisa di bozzetto, con pennellate veloci, brani a 'risparmio' e un sapiente uso del 'non finito', aspetti che evidenziano l'abilità pittorica dell'autore e la sua personalissima interpretazione della grande maniera veneziana. La connotazione espressiva e naturalistica del santo, denota la sua ispirazione dal vero e il volto trova similitudini con il Ritratto di vecchio appartenente alla Pinacoteca di Brera, in cui si coglie la medesima intensità espressiva di memoria tizianesca in chiave fortemente naturalistica (Cfr. S. Mason, Pinacoteca di Brera. Scuola veneta, Milano 1990, pp. 182-185, n. 98a). L'estetica dell'opera è da cogliere quindi nei diversi passaggi a velatura, nei pigmenti preziosi e negli impasti rapidi impiegati nel delineare la struttura dei panneggi. L'ambientazione all'aperto presenta anch'essa influenze tintorettesche e di Paolo Fiammingo e delinea il fondale creando un'efficace profondità scenica. Il dipinto è corredato da una scheda critica di Filippo Pedrocco. Bibliografia di riferimento: S. Mason Rinaldi, Palma il Giovane. L'opera completa, Milano 1984, ad vocem Palma il Giovane 1548-1628. Disegni e dipinti, catalogo della mostra a cura di S. Mason Rinaldi, Milano 1990, ad vocem
Sono noti agli studi due ritratti di Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane per non confonderlo con il celebre prozio pittore Palma il Vecchio. Un primo autoritratto giovanile, nella veste dell'elegante e spavaldo pittore è quello datato al 1580 circa oggi conservato alla Pinacoteca di Brera. Il secondo è un ritratto probabilmente opera di Jacopo Bassano, databile al 1681 e acquistato l'anno seguente da Cosimo III de Medici e oggi conservato nel Corridoio vasariano. La perfetta aderenza fisiognomica e i tratti della maturità sono riscontrabili anche nella derivazione veneta dello stile del dipinto, molto attento all'esperienza della ritrattistica di Tiziano e Tintoretto.
(Venice 1549–1628) Adoration of the Magi, oil on canvas, 136.2 x 205.8 cm, framed Provenance: sale, Sotheby’s, New York, 31 January 2014, lot 410 (as Palma il Giovane); Collection of Ramon Osuna, Washington D.C.; sale, Freeman’s, Philadelphia, 22 February 2022, lot 7 (as Palma il Giovane); where acquired by the present owner We are grateful to Giorgio Fossaluzza for confirming the attribution and for his help in cataloguing the present lot. This work has been dated by Fossaluzza to 1600–1605, when Palma il Giovane was influenced by the works of Jacopo Tintoretto, but using a clearer colour scheme similar to Titian’s palette and following Veronese’s application of bright light paint effects. The size, horizontal orientation and iconography of this painting suggest that the work was commissioned for private devotion and it can be compared to Palma il Giovane’s Adoration of the Shepherds in the Pushkin Museum, Moscow (inv. no. Ж-2715). Born into a family of artists which included his father, Antonio Palma (circa 1510–1575), his great-uncle Palma il Vecchio (1549–1628) and his uncle, Bonifacio de’ Pitati, called Bonifacio Veronese (1487–1553), Palma il Giovane enjoyed a long and illustrious career. His precocious talent was recognised by Guidobaldo II della Rovere, Duke of Urbino, who called the young painter to his court when he saw him in 1564, aged only fourteen, copying the Martyrdom of Saint Lawrence by Titian. It is believed that he also travelled to Pesaro and then to Rome before returning to Venice in 1574, where he may have worked in the studio of Titian. After the death of Jacopo Tintoretto (1518–1594), Palma became one of the leading painters in Venice. Demonstrating the high reputation he enjoyed, he was commissioned to complete the Pietà left unfinished by Titian (Gallerie dell’Accademia, Venice) upon which Palma proudly applied the inscription ‘QUOD TITIANVS INCHOATVM RELIQUIT PALMA REVERENTVR ABSOLVIT DEOQ. DICAVIT OPVS’ [‘That which Titian left unfinished, Palma completed with reverence, dedicating the work to God’] – thereby evidently identifying himself as the heir to Titian’s artistic supremacy in the city.
A copy of an expertise by Prof. Alessandro Delpriori, Matelica, is enclosed. The small format picture shows the scenery in the dark, late evening lighting according to the biblical account. The body of Christ is depicted, surrounded by Mother Mary, Saint John, whose head appears behind Christ's shoulder, Joseph of Arimathea with a long beard and Mary Magdalene, who takes care of the side wound of Jesus with a cloth. In the background the Calvary with the crosses still erected with the two thieves and the city of Jerusalem. Despite the darkened colouring, the Mannerist colors are particularly evident in the light violet dress of the Magdalena. The hairstyle is immediately reminiscent of Venetian painting by Veronese and the young Tintoretto. The painter, called "Il Giovane" to distinguish him from his great-uncle Palma Vecchio, probably first studied with his father, practiced copying after Titian at the age of 16 and was soon discovered by the Duke della Rovere of Urbino. From 1570 in Venice, he was influenced by Tintoretto. The master is considered an important pioneer of the early Venetian Baroque. A sepia drawing by the artist “Beweeping Christ”, which is in the Städel Museum in Frankfurt, shows a compositional relationship. Furthermore, the representation of the bearded old man here in the picture on the left is closely related to the "Portrait of the Sculptor Alessandro Vittoria" in the Kunsthistorisches Museum Vienna (around 1600/1605)
JACOPO PALMA IL GIOVANNE, Workshop (1548/50 Venice 1628) Study of Saint Jerome. Pen and brush and brown ink. 18.7 x 12.7 cm. Provenance: - With Kunsthandlung Artaria, Vienna, inventory catalogue, winter 1930/31. - Sale Dorotheum, Vienna, Auktion Artaria, 7/8 April 1933 Lot 186 (as Jacop Palma Il Giovane, attributed). - Swiss private collection. --------------- JACOPO PALMA IL GIOVANNE, Werkstatt (1548/50 Venedig 1628) Studie zum Hl. Hieronymus. Feder und Pinsel in Braun. 18,7 x 12,7 cm. Provenienz: - Kunsthandlung Artaria, Wien, Lagerkatalog, Winter 1930/31. - Dorotheum, Wien, Auktion Artaria, 7./8. April 1933 Lot 186 (als Jacop Palma Il Giovane, zugeschrieben). - Schweizer Privatsammlung. ---------------
MAGDALENA VERSORGT DIE WUNDE CHRISTI NACH DER KREUZABNAHME Öl auf Kupfer. 25 x 19,3 cm. Gerahmt. Beigegeben eine Expertise von Prof. Alessandro Delpriori, Matelica, in Kopie. Das kleinformatige Bild zeigt die Szenerie in der dunklen, spätabendlichen Beleuchtung entsprechend der Bibelschilderung. Dargestellt ist der Leichnam Christi, umgeben von Mutter Maria, dem Heiligen Johannes, dessen Haupt hinter der Schulter Christi erschient, Josef von Arimathäa in langem Bart sowie der Maria Magdalena, die sich mit einem Tuch der Seitenwunde Jesu annimmt. Im Hintergrund der Kalvarienberg mit den noch aufgerichteten Kreuzen mit den beiden Schächern sowie die Stadt Jerusalem. Trotz abgedunkeltem Kolorit kommt die manieristische Farbigkeit vor allem im hellvioletten Kleid der Magdalena deutlich zur Geltung. Die Frisur erinnert sogleich an die Venezianische Malerei etwa des Veronese, wie auch des jungen Tintoretto. Der Maler, „Il Giovane“ genannt, um ihn von seinem Großonkel Palma Vecchio abzusetzen, studierte vermutlich zuerst bei seinem Vater, übte sich bereits 16-Jährig in Kopien nach Tizian und wurde alsbald vom Herzog della Rovere von Urbino entdeckt. Ab 1570 in Venedig, ließ er sich von Tintoretto beeinflussen. Der Meister gilt als bedeutender Wegbereiter des Venezianischen Frühbarock. Kompositionelle Verwandtschaft zeigt eine Sepiazeichnung des Künstlers „Beweinung Christi“, die sich im Frankfurter Städel Museum befindet. Ferner ist die Darstellung des bärtigen Alten hier im Bild links eng verwandt mit dem „Bildnis des Bildhauers Alessandro Vittoria“ im Kunsthistorischen Museum Wien (um 1600/1605). A.R. (1351759) (11)
PALMA, Jacopo II (*um 1548 Venedig †1628 ebd), Paar Kupferstiche, Jesus im Tempel, Druck des 17. Jh. Oder später, in der Platte je drucksign., Blattmaß 11,5 x 17,5 bzw 11 x 17,5 cm, Kartonmontage
Jacopo Antonio NEGRETTI, dit PALMA il Giovane Venise, 1544 - 1628 Danaé Toile Signée 'JACOBUS PALMA / F.' en haut à droite Danaë, canvas, signed, by Palma il Giovane h: 116 w: 162,50 cm Provenance : Chez Baroni, Paris, en 1956 (selon la Fototeca Zeri, n° 44032) ; Chez Salocchi, Florence, en 1956 (selon la Fototeca Zeri, n° 44032) ; Collection particulière, Lyon Bibliographie : Rodolfo Pallucchini, 'Tiziano', Florence, 1969, vol. I, p. 208-209, vol. II, repr. fig. 641 Nicola Ivanoff et Pietro Zampetti, 'Giacomo Negretti dit Palma il Giovane', Bergame, 1980, p. 549-551, repr. (dimensions erronées) Stefania Mason Rinaldi, 'Palma il Giovane: l'opera completa', Milan, 1984, p. 100, n° 205, repr. fig. 228 Francesca Alberti, "Bizzarri componimenti e straordinarie invenzioni: la Danaé de Tintoret, une peinture comique", in 'Studiolo. Revue d'histoire de l'art de l'Académie de France à Rome', 2009, p. 15-17, fig. 7 Commentaire : Afin d'éviter l'accomplissement de l'oracle qui lui prédisait qu'il serait tué par son petit-fils, Acrisios, roi d'Argos, enferme sa fille Danaé dans une tour d'airain pour l'empêcher d'enfanter. Mais Jupiter, amoureux de la prisonnière, réussit à s'introduire auprès d'elle, sous la forme d'une pluie d'or. De leur union naît Persée1. Notre tableau illustre une scène d'un érotisme fou, d'une audace que seule la légèreté des mœurs vénitiennes pouvait alors justifier. La splendeur des coloris, la nudité sans concession de Danaé et la pluie d'or - il s'agit ici plus d'une éruption que d'une pluie…- nous offrent un spectacle savoureux qui exalte nos sens. Jacopo Negretti, fils et élève d'Antonio Palma, est surtout l'héritier de son grand-oncle Palma il Vecchio. Avec Giorgione, Bellini et le jeune Titien, ce dernier a participé à renouveler la peinture vénitienne dans les premières années du XVIe siècle. Venise est un foyer d'intense production où la concurrence bat son plein au milieu du XVIe siècle et cela motive sans doute le jeune Palma à partir pour Rome afin d'élargir ses horizons artistiques loin de la lagune sur laquelle règnent en maîtres trois pinceaux : Titien, Tintoret et Véronèse. Imprégné par la puissance plastique de Michel-Ange lors d'un séjour de 8 ans entre 1560 et 1568, Palma revient à Venise et rapidement trouve l'occasion de " déverser " son talent sur des milliers de mètre carrés de toiles : l'incendie du palais des doges en 1577 est un drame pour la politique et les finances publiques mais une chance pour les arts. C'est en effet avec une ambition démesurée et un budget sans limites que l'ensemble des décors doivent être à nouveau conçus. Les peintres y trouvent un terrain de jeux formidable et Palma y participe largement. A l'apogée de sa carrière, il est le peintre favori de la République de Venise et il se voit confier la plupart des grands chantiers de la Sérénissime. Palma le Jeune eut sans doute l'occasion d'examiner des répliques postérieures ou des gravures d'après la Danaé de Titien commandée par Philippe II et datée de 1553 (Madrid, musée du Prado, fig. 1). C'est en tout cas que ce laisse penser, selon Stefania Mason Rinaldi(op. cit., p. 100), la position de notre Danaé, dans le sens inverse de celle de Titien. Cette historienne date notre toile des dernières années du 'Cinquecento', comme l'atteste stylistiquement le dessin en rapport conservé à la Graphische Sammlung de Stuttgart (fig. 2) mais aussi les coloris vénitiens lumineux de la génération précédente qui laisseront place chez le peintre à des recherches de tonalités clair-obscures dans les premières années du 'Seicento'. En cette fin du XVIe siècle, Palma reste dans la pure tradition vénitienne marquée par les rouges cramoisis de Tintoret. Dans sa 'Vénus et l'amour' présentée en vente en 2007² le peintre utilise une composition proche de la nôtre, dans un format similaire et utilisant la même palette. Titien ou Palma repoussent les limites de la décence et pourtant seuls les mots d'élégances, équilibre et beauté surgissent du spectacle de leurs Danaés. 1. Apollodore, 'Bibliothèque', II, 4. 2. Vente anonyme ; Zurich, Koller, 23 mars 2007, n° 3017, huile sur toile, 141 x 201 cm, adjugé CHF 390 000. Estimation 120 000 - 150 000 €
JACOPO NEGRETTI detto PALMA IL GIOVANE (Cerchia di) (Venezia 1544 - 1628) Salita al calvario Olio su tavola Cornice in legno laccato ed ebanizzato. cm 45 x 57.
NEGRETTI DETTO PALMA IL GIOVANE JACOPO (1548 - 1628). Portrait of an old woman. At the back it shows the ancient writing ""Tintoretto G"" and inventory number 215 Thanks to Enrico Lucchese for confirming the authenticity of the work after live viewing. Cm 39,00 x 47,50.
Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia 1549 - 1628) cerchia di San Girolamo Olio su tela 108 x 77 cm Riconducibile all'ambito veneto del XVII secolo cresciuto all'ombra di Palma il Giovane, il dipinto in questione deriva da una dispersa composizione del maestro veneziano, nota grazie ad un'incisione realizzata dall'incisore di Hendrik Goltzius. Grazie alle fonti antiche apprendiamo che San Girolamo fu molto presente nella produzione di Palma, anche se molti dipinti di questo soggetto oggi risultano perduti. Jacopo Negretti detto Palma il Giovane fu figlio d’arte: il padre Antonio Palma fu un pittore, così come lo zio del padre, il noto Palma il Vecchio, nonché lo zio, Bonifacio de’ Pitati detto Bonifacio Veronese, fratello della madre. La sua formazione si arricchì grazie al soggiorno romano, durato ben quattro anni e coronato da importanti commissioni. Le sue due fonti d’ispirazione restarono comunque evidentemente veneziane: Tintoretto e Tiziano. Del primo colse soprattutto la veemenza scenica delle rappresentazioni che spesso seguono linee vorticose, mettendo in luce il suo impeto creativo e la sua animata fede. I temi biblici, come in Tintoretto, sono sempre rappresentati mentre si compie l’avvenimento centrale, e l’osservatore si trova così nel mezzo di una narrazione sospesa di cui conosce un finale che non si è ancora verificato. Con il maestro cadorino ebbe un rapporto diretto, essendo stato nella sua bottega come aiuto piuttosto che come allievo. Il dato è riportato da Boschini: "[...]che pure anco hebbe fortuna di godere degli eruditi precetti di Tiziano”. Il contatto con l’anziano maestro gli permise di conoscere approfonditamente la sua tecnica realizzativa, tant’è che gli fu affidato il compito di completare la Pietà, oggi all’Accademia, rimasta incompiuta per la sopraggiunta morte del Tiziano. Jacopo Negretti called Palma the Younger (Venice 1549 - 1628) circle of St. Jerome Oil on canvas 108 x 77 cm This painting derives from a dispersed composition by the Venetian master, known thanks to an engraving made by the engraver of Hendrik Goltzius. Thanks to ancient sources we learn that St. Jerome was very present in the production of Palma, even if many paintings of this subject are now lost.
PALMA, Jacopo II (*um 1548 Venedig †1628 ebd), Paar Kupferstiche, Jesus im Tempel, in der Platte je drucksign., Blattmaß 11,5 x 17,5 bzw 11 x 17,5 cm, Kartonmontage