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Chiara Talpino Sold at Auction Prices

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    to
    • ENEA SALMEGGIA
      Dec. 21, 2020

      ENEA SALMEGGIA

      Est: €4,000 - €7,000

      (Nembro, 1558 - Bergamo, 1626) Madonna del Rosario coi Santi Domenico, Caterina e Martino vescovo Olio su tavola, cm. 35X23 Esposizioni: Cesena, Galleria Comunale d' Arte, La Natura e la Grazia, 30 giugno ; 9 settembre 2012 Bibliografia: M. Pulini, La Natura e la Grazia, catalogo della mostra a cura di M. Pulini, Cesena 2012, pp. 44 ; 45, n. 5 Il dipinto, la cui prima attribuzione si deve a Ugo Ruggeri, è una aggiunta significativa al catalogo di Enea Salmeggia, in quanto modelletto della pala firmata e datata nel 1611 realizzata per la Chiesa di San Martino a Nembro, suo paese natale (fig. 1). Del pittore possediamo scarne notizie biografiche, non sappiamo ad esempio dove e come avvenne la sua formazione, verosimilmente svolta a Bergamo, mentre la prima opera nota è la Pietà con i Santi Sebastiano e Rocco datata 1589 di Riva di Solto. Dell'anno successivo sono il Battesimo di Cristo della Chiesa di Sant'Agata al Carmine e lo stendardo della chiesa di San Lazzaro, opere che denotano l'influenza di Giovan Battista Moroni e suggestioni venete ma, cosa più importante, attestano il precoce successo del loro autore. Infatti, l'ancor minorenne Salmeggia, nel 1594 in presenza del padre riceve l'incarico di eseguire le ante per l'organo della basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo (Ruggeri, 1978, pp. 250 s.) e fu in questa occasione che conobbe Camillo Procaccini e iniziì il suo interesse verso le novità milanesi. Si avverte ancor più questo mutamento di gusto nell'Annunciazione della Certosa di Garegnano (1596), dettata dalla comunanza con Simone Peterzano e il suo insegnamento a far proprie le istanze naturalistiche unitamente a creazioni di immagini didatticamente efficaci. Insegnamenti indubbiamente appresi al meglio, visto che nel luglio del 1598 la fabbrica del Duomo di Milano gli commissionì la pala raffigurante il Matrimonio della Vergine. Da questo momento in avanti, l'artista produrrà opere iconograficamente impeccabile e chiare, nella quale interpreta le esigenze di decoro e chiarezza narrativa avanzate inizialmente negli scritti di Ludovico Dolce e Giovanni Andrea Gilio e che avevano trovato infine espressione nei trattati di Carlo Borromeo e Gabriele Paleotti (Paolo Peblani 2017). In questi anni il pittore fu attivissimo nella capitale lombarda ed è quindi significativo che nel 1611 licenzi la Pala per il paese natio, quasi un dono o un sentito apprezzamento da parte della sua comunità. Per quanto riguarda la peculiare tecnica a Grisaille del bozzetto in esame, sappiamo che è una prassi progettuale che Salmeggia ha impiegato, come documenta il modelletto conservato all'Accademia Carrara a Bergamo, in cui si puì notare una simile formula narrativa. Quel che emerge analizzando con attenzione il dipinto è la peculiare erudizione figurativa lombarda, ma si avvertono altresì, tracce di una cultura più ampia che Salmeggia deve aver appreso nel corso di viaggi mai adeguatamente indagati e che forgiarono la sua complessa e colta vena creativa. Si ringrazia Simone Facchinetti per aver confermato l'autografia a Enea Salmeggia. Bibliografia di riferimento: U. Ruggeri, Enea Salmeggia detto Talpino. Rassegna e studio dell'opera pittorica e grafica, Bergamo 1966, ad vocem U. Ruggeri, Enea Salmeggia, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo, Il Cinquecento, IV, Bergamo 1978, pp. 247-385 Il Seicento a Bergamo, catalogo della mostra, Bergamo 1987, ad vocem

      Wannenes Art Auctions
    • ENEA SALMEGGIA
      May. 29, 2019

      ENEA SALMEGGIA

      Est: €1,500 - €2,500

      (Bergamo, 1570 circa - 1626) Visione di San Francesco Firmato in basso a sinistra: 'AENEAS / SALMETIA F. / MDCXXII'. Olio su tela, cm 81X61 Il dipinto, in virtù della firma, è una aggiunta significativa al catalogo di Enea Salmeggia, artista che nel corso della sua carriera svolse un recupero sempre più esplicito della tradizione rinascimentale, da Raffaello agli esempi lombardi diffusi da Leonardo, condividendo nelle scelte estetiche i precetti di Federico Borromeo. Del pittore possediamo scarne notizie biografiche, non sappiamo, ad esempio, dove e come avvenne la sua formazione, verosimilmente svolta a Bergamo, mentre la prima opera nota è la 'Pietà con i Santi Sebastiano e Rocco' datata 1589 di Riva di Solto. Dell'anno successivo sono il 'Battesimo di Cristo' della chiesa di Sant'Agata al Carmine e lo stendardo della chiesa di San Lazzaro, opere che denotano l'influenza di Giovan Battista Moroni e suggestioni venete ma, cosa più importante, attestano il precoce successo del loro autore. Infatti, l'ancor minorenne Salmeggia, nel 1594 in presenza del padre riceve l'incarico di eseguire le ante per l'organo della basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo (Ruggeri, 1978, pp. 250 s.) e fu in questa occasione che conobbe Camillo Procaccini e iniziò il suo interesse verso le novità milanesi. Si avverte ancor più questo mutamento di gusto nell'Annunciazione della Certosa di Garegnano (1596), dettata dalla comunanza con Simone Peterzano e il suo insegnamento a far proprie le istanze naturalistiche unitamente a creazioni di immagini didatticamente efficaci. Insegnamenti indubbiamente appresi al meglio, visto che nel luglio del 1598 la fabbrica del Duomo di Milano gli commissionò la pala raffigurante il Matrimonio della Vergine. Da questo momento in avanti, l'artista produrrà opere 'iconograficamente impeccabile e chiare, nella quale interpreta le esigenze di decoro e chiarezza narrativa avanzate inizialmente negli scritti di Ludovico Dolce e Giovanni Andrea Gilio e che avevano trovato infine espressione nei trattati di Carlo Borromeo e Gabriele Paleotti' (Paolo Peblani 2017). Proprio il sensibile allontanamento da una matrice naturalistica permette di confrontare la nostra opera con la coeva produzione pubblica. In particolare, si avvertono forti somiglianze con le opere del terzo decennio del Seicento, dal 'Martirio di Sant'Agata' in Sant'Agata nel Carmine a Bergamo (datata 1620), al 'Martirio di San Alessandro' in San Alessandro in Colonna sempre a Bergamo (datata 1623). Bibliografia di riferimento: U. Ruggeri, 'Enea Salmeggia detto Talpino. Rassegna e studio dell'opera pittorica e grafica', Bergamo 1966, ad vocem U. Ruggeri, 'Enea Salmeggia', in ' pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo, Il Cinquecento', IV, Bergamo 1978, pp. 247-385 Il Seicento a Bergamo, catalogo della mostra, Bergamo 1987, ad vocem

      Wannenes Art Auctions
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