Lot 60: BARTOLOMEO ARBOTORI

BARTOLOMEO ARBOTORI PIACENZA 1585-? 1676 NATURA MORTA CON GAMBERI, ORTAGGI, GALLO E BOCCALE olio su tela 95 x 120 cm

Fano, Edificio L. Rossi, L'anima e le cose, 13 luglio - 28 ottobre 2001, n. 39 (come Andrea Benedetti).

L'anima e le cose, catalogo della mostra, Fano, Edificio L. Rossi, 13 luglio - 28 ottobre 2001, Modena 2001, n. 39, p. 119 (come Andrea Benedetti).

Sassuolo, Roberto Camellini Antichità.

Già riferito, con riserva, al pittore italiano Andrea Benedetti, allievo dell'olandese Ian Davidsz De Heem (vedi L'anima e le cose, catalogo della mostra, Fano 2001), questo brano di natura morta, raro e interessante esempio di tavola imbandita all'italiana è da ascrivere più convincentemente al piacentino Bartolomeo Arbotori (1594-1676). La tela appartiene alla sua fase matura, non tanto per il forte spirito arcaicizzante presente in tutta la sua produzione, ma soprattutto per la densa e spessa materia pittorica presente sugli ortaggi e sui crostacei in primo piano, che diventa poi più leggera e delicata nei mezzi toni e nelle ombre.
I gamberi che quasi realisticamente fuoriescono dal piatto di peltro e il boccale di birra del medesimo materiale, come già notato da Patrizia Consigli Valente (Nature morte del Seicento e del Settecento, con saggi di F.Zeri, R.Tassi, G.Cavazzini, Parma 1987, p. 73), alludono a tematiche ricorrenti nella produzione dell'artista e alle nature morte di pittori fiamminghi attivi a Genova, come pure ai Campi e Passerotti. Il gallo, il fiasco del vino, la sporta con le rape, il pane tagliato, la cipolla, le pannocchie, il coltello in tralice, i funghi e il bacile colmo di uova, sono elementi tipicamente emiliani e di ottima realizzazione. La citazione comunque più curiosa e singolare è l'alzatina in ceramica con la noce aperta sul fianco che, squisitamente padana nell'esecuzione ma di gusto nordico nella concezione, mette in evidenza un piccolo calice di vetro, quasi un invito al brindisi per tanta abbondanza.