Piano del Tivano, 1896 firmato 'Emilio Longoni' (in basso a destra). olio su tela 68 x 135,5 cm. Sul retro reca antica etichetta di riferimento con scritto 'N. 7/Piano Tivano'.
Cronaca. Alla Permanente, in "Il Secolo", 24-25 aprile, Milano, p. 1; Esposizione Annuale, catalogo della mostra, Societa' per le Belle Arti ed Esposizione Permanente-Milano, Tip. Lombardi, Milano 1896, n. 83, p. 11; G. Botta, Emilio Longoni, in Mostra commemorativa di Emilio Longoni, catalogo della mostra, Societa' per le Belle Arti ed Esposizione Permanente-Milano, Milano 1935, n. 130, s.p.; Emilio Longoni: note autobiografiche, in Giovanna Ginex, Emilio Longoni. Catalogo ragionato, Federico Motta Editore, Milano 1995, p. 377; Giovanna Ginex, Emilio Longoni. Catalogo ragionato, cit., nn. 180-181, p. 215.
Rubrica delle opere acquistate e donate ai soci per sorteggio. Dall'L alla Z, n. 2, manoscritto, s.d. (Milano, Archivio della Societa' per le Belle Arti ed Esposizione Permanente); Costituzione di rendita vitalizia, manoscritto notarile, 10 dicembre, Milano 1905 (archivio privato); Fiorenza De Gaspari Longoni, Proprietari e amatori che desiderano acquistare un Longoni. Proprietari di quadri di Longoni, rubrica alfabetica manoscritta, s.l., s.d. [1934 - 1940 circa] (Milano, Archivio privato); Registro delle assicurazioni, registro alfabetico manoscritto, s.l., s.d. [1935] (Milano, Archivio della Societa' per le Belle Arti ed Esposizione Permanente).
Notes
Il ritrovamento della tela aggiunge al catalogo del pittore uno degli ultimi tasselli significativi rimasti ancora inediti. L'analisi diretta del dipinto - del quale prima d'ora non era nota alcuna riproduzione - e in particolare l'identificazione del significato documentario della scritta a matita e dell'etichetta presenti sul retro del telaio originale, hanno inoltre permesso di riferire a questa stessa unica grande opera divisa due diverse schede del Catalogo ragionato, nel quale erroneamente ipotizzavo due versioni dello stesso soggetto. L'opera fu presentata con altre tre tele a Milano, nel mese di aprile del 1896, all'Esposizione Annuale della Societa' per le Belle Arti ed Esposizione Permanente; sul catalogo della mostra ne e' indicato il prezzo in Lire 200. Piano del Tivano fu notato dalla critica: "Vi sono le tele del Longoni, sempre intelligenti (...) un digradare di monti coperti d'erba che diventa pallida sotto la luce. Il Longoni appartiene a quelli che scandono i raggi e i colori (...)"; quindi fu acquistato dalla Permanente per essere assegnato nel corso del consueto sorteggio annuale al socio cav. Enrico Finzi; in seguito, nel dicembre del 1905, il dipinto ricomparve nell'elenco delle opere in collezione Pietro Curletti - industriale milanese tra i massimi mecenati longoniani - presso le cui eredi si trovava ancora nei mesi precedenti l'organizzazione della mostra antologica dell'artista, organizzata alla Permanente di Milano nel 1935, nella quale verr' ripresentato (assicurato in mostra per Lire 10.000). Longoni inizia a dipingere a tecnica divisionista tra il 1890 e il 1891 affrontando composizioni di figura, mentre data al 1895 il primo paesaggio diviso: da qui la particolare rilevanza del Piano del Tivano nel percorso pittorico e nello svolgimento della prima fase del particolarissimo linguaggio divisionista longoniano applicato al paesaggio, testimoniata anche dalla citazione del dipinto nelle note autobiografiche del pittore, che non a caso lo ricorda assieme a pochi altri. "Dipingo l'Isola di S. Giulio ed il Piano del Tivano", scrivera' gia' anziano ripercorrendo le principali tappe della personale ricerca luministica e cromatica divisionista, ora applicata dopo l'allontanamento dai temi urbani e sociali al paesaggio puro, gia' in vista dei prossimi grandi paesaggi di montagna. Il Piano del Tivano e' un vasto terrazzo prativo nelle Prealpi comasche a poco piy di novecento metri di altitudine, posto al centro del triangolo formato dai due rami del lago di Como; all'epoca destinato a pascolo, h poco lontano dai luoghi dove l'artista aveva trascorso i suoi anni "briantei" con Giovanni Segantini. La straordinaria tela inondata dai colori soffusi e dalla luce diffusa che precede un tramonto estivo, rivela nella gamma cromatica la delicatezza della rinnovata tavolozza del divisionismo longoniano, composta in una sinfonia che privilegia il giallo, i verdi, il rosa e l'azzurro, con sapienti tocchi di indaco e di violetto. L'artista modula la materia pittorica attraverso brevi pennellate divise o sottili filamenti allungati, in cui la pennellata segue nel verso le linee compositive delle varie parti del soggetto e la direzione delle vibrazioni luminose; a questa complessa tessitura divisionista, come di consueto piu' materica nel primo piano, Longoni sovrappone nel cielo con rapidi tocchi "a macchia" morbide velature opache, mentre linee rosa, giallo o aranciato segnano e illuminano il contorno in piena luce del muretto, dei piccoli alberi e delle bestie al pascolo. La ripresa da lontano del pianoro, l'orizzonte basso, le sagome delle architetture rurali, degli alberi e degli animali appena distinguibili nella vastit' della composizione amplificata dalla tipica struttura a tre piani paralleli, rivelano infine la personale cifra compositiva dell'artista, assolutamente riconoscibile, e ripetuta nel decennio a seguire nei paesaggi alpini d'alta quota.
Il dipinto si presenta in ottimo stato di conservazione e in prima tela, senza tracce evidenti di restauri della superficie pittorica fatto salvo una lieve verniciatura eseguita con ogni probabilita' attorno agli anni Sessanta/primi Settanta al momento di un cambio di proprieta' tra privati, documentato. A quell'occasione va riferito anche il riposizionamento sul telaio della tela - tirata in alto e in basso - tramite due sottili aste di legno aggiunte e accostate a quelle del telaio originale, con conseguente rifissaggio dei chiodi e rafforzamento dei bordi della tela.
Giovanna Ginex Milano, 13 ottobre 2005.
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