Scarce second edition, enlarged with 87 plates compared to the first of 1590, of this iconic treatise on ancient and modern costumes, in which the author, a cousin and pupil of Titian, describes the particularities of the clothes of the then-known world in minute detail. Cicognara 1819: 'Work of the best known among the ancients of this genre'- 8vo, (172 x 110 mm). 507 full-page woodcuts (including 5 views of Venice) depicting costumes within architectural frames, designed by Vecellio and engraved by Christoph Krieger (light browning, small tear to upper margin of pp. 44-45 with small loss of engraving, edges restored at p. 225 and p. 400 without loss of text, lacking final blank). Vellum binding (first half 19th century), gilt title-piece to spine. Provenance: private library markings to endpapers, extensive 19th; and 20th-century notes in graphite and pen to endpapers 'Vendita Pinelli in Londra, 1824'
Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518 - 1594) , bottega di; Marietta del Tintoretto (1554 circa – 1590) (?); o Cesare Vecellio (1521 –1601) (?) Flora o Ritratto femminile (Irene di Spilimbergo?), 1580-1590 ca. Olio su tela 50 x 40 cm Elementi distintivi: sul telaio, in pennarello nero, «L.K 768 / SAF»; etichetta in carta legata con filo rosso sull’angolo sinistro del verso, in penna nera, «L.K. 768» Provenienza: Collezione Safarik, San Michele in Teverina; Collezione Koelliker (settembre 2002) Stato di conservazione. Supporto: 80% (rintelo, telaio sostituito) Stato di conservazione. Superficie: 65% (diffuse cadute di colore, anche nel volto, fondo consunto) Nel Cinquecento veneziano il ritratto gode il suo periodo di maggiore diffusione e fortuna, sulla scorta dei capolavori realizzati da grandi maestri come Tiziano, Veronese e Tintoretto. Il “Ritratto di fanciulla” che qui si presenta nella nuda forza della pittura originale, a seguito di una accurata pulizia e non ancora reintegrato, è stato a lungo conservato nella collezione di Eduard A. Safarik (1928-2015), grande conoscitore della pittura veneta, di laguna e d’entroterra, tra Quattrocento e Settecento. Si possono accennare, per argomento, i suoi contributi sulle vedute londinesi di Canaletto (1961), Sebastiano del Piombo (1963), Veronese (1964, 1968, 1988), il Settecento veneziano nelle collezioni cecoslovacche (1964), Cariani (1972, 1984), Forabosco (1973, 1996), Francesco e Pietro Calzetta (1974), Girolamo e Giulio Campagnola (1974), Mazzoni (1974), Camillo Capelli (1975), Liss (1975), Caprioli (1976), Eismann (1976), Ruschi (1976), Caroto (1977), Negri (1978), Catena (1979), Pallucchini (1981, 1984, 2001), Fetti (1984, 1985, 1990, 1996; di Fetti Safarik ha curato anche il catalogo ragionato nel 1991), la pittura del Seicento a Venezia (1988, 1989, 2003), la natura morta nel Veneto (1989), Tinelli (1990), Johann Kupezky (1964, 1972, 2001). Safarik riteneva la piccola tela in esame un autoritratto di Marietta Robusti (1554 circa – 1590), figlia di Jacopo Tintoretto (1518 circa – 1594), pittrice oltre misura rara, nonostante la precoce fama. Scrive di lei Carlo Ridolfi ne “Le Maraviglie dell'arte” (1648, pp. 71-72) che fu «particolare dote però di Marietta il saper far bene i ritratti [...] Ritrasse inoltre molti gentiluomini, e Dame Venetiane, quali incontravano volentieri il praticar seco, essendo ripiena di tratti gentili, e trattenendole col canto, e col suono. Fece di più il ritratto di Iacopo Strada antiquario di Massimiliano Imperadore, ci sui fece egli dono à quella Maestà, come di opera rara: onde invaghitosi Cesare del di lei valore la fece ricercare al Pade, e la stessa istanza glie ne fece Filipppo II. Rè di Spagna, e l’Arciduca Ferdinando. Ma il Tintoretto più tosto si compiacque di vederla maritata in Mario Augusta Gioieliere, per vederla sempre appresso, amandola teneramente, che di rimanerne privo, benché favorita d Prencipi. Lavorò anco altre opere d’inventione, & alcune ne trasse dal Padre. Fece molti ritratti di orefici amici del marito, alcuni de’ quali habbiamo veduti: ma col mandare delle famiglie, molti se ne sono smarriti». Tuttavia, la personalità di Marietta resta ad oggi sfuggente, con un solo dipinto assegnatole dalla maggioranza della critica, un “Ritratto femminile”, oggi agli Uffizi (inv. 1890 – 1898), un secondo “Ritratto femminile”, che evidenzia un certo scarto di stile rispetto al primo, conservato alla Galleria Borghese (inv. 093), ed infine un “Ritratto di giovane donna”, al Prado (inv. P000383), di pennellata più sciolta, attribuitole in alternativa al padre Jacopo. Secondo la severa sintesi di Marsel Grosso, la «difficoltà di riconoscere personalità distinte all’interno della bottega paterna ha reso vano qualsiasi sforzo di restituirle una sua coerente fisionomia artistica: la Tintoretta continua a rimanere una pittrice senza opere», così come cadono « nel vuoto tutti i tentativi di riconoscere il suo volto nella pletora di ritratti muliebri attribuiti a Tintoretto o alla bottega» (Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 88, 2017, s.v.). In questa prospettiva, la tela in esame esemplifica, per così dire, il problema cardine della ritrattistica veneziana del secondo Cinquecento, cioè il sovrapporsi di autori che operano l’uno a fianco all’altro nelle botteghe o intorno ai modelli di Tiziano, Tintoretto e Veronese. Nonostante lo stato conservativo, sul piano stilistico una certa similitudine si ravvisa con Cesare Vecellio (1521 –1601), cugino di Tiziano, formatosi alla sua bottega, per esempio osservando la “Primavera” e l'"Inverno", datati da Federico Zeri intorno al 1560-1570 e da Eleonora Zadra intorno al 1590 (E. Zadra, "Le quattro stagioni", pp. 193-197, in Tiziana Conte, a cura di, "Cesare Vecellio 1521 ca. - 1601", Belluno, 2001), conservata a Palazzo Piloni, a Belluno: soprattutto per quanto riguarda la semplificazione formale e la anatomia dei volti, costruita su linee curve. Le forme del volto e il trattamento dei capelli con pennellate curvilinee e parallele che accentuano i punti di luce, in effetti, ritornano assai marcate in molte opere di Cesare, tra cui il "Viaggio a Betlemme" e, per la capigliatura, la figura femminile nelle "Nozze di Cana", nel soffitto della chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta a Lentiai (Belluno), nonché, ancora per il viso, la "Madonna con il Bambino in gloria, San Fabiano, San Sebastiano e il podestà Loredan" della cattedrale di Belluno. Più distante appare il raffronto con la raffinata materia pittorica di Parrasio Michiel (1516–1578) - anch’egli strettamente legato all’insegnamento di Tiziano e di cui esiste un “Ritratto di Signora”, assai simile nella composizione, oggi presso la Barnes Foundation, Philadelphia (inv. BF837) - e con i dipinti di Andrea Vicentino (1542 circa –1618), a Venezia dalla metà degli anni Settanta del Cinquecento, dove lavora con Tintoretto, attribuzione che, infatti, la specialista del pittore, Elena Frosio, esclude (comunicazione del 25 settembre 2023). Tra i paragoni possibili, mantiene comunque consistenza il suggerimento di Safarik in favore di Marietta: infatti, il nostro ritratto appare distante dalle tele degli Uffizi e della Borghese, ma mostra una certa affinità di struttura – il volto, gli occhi soprattutto – con il dipinto del Prado, appunto attribuito anche al padre e maestro. Di qui la assegnazione dell’opera alla bottega di Tintoretto. Per quanto attiene al soggetto, la composizione si lascia interpretare come una allegoria di “Flora”. Non è escluso però un elemento realistico: la figura è rappresentato a mezzo busto in posa di tre quarti e con un’espressione a tratti allusiva, che designa una gentildonna bionda. A impreziosirne la bellezza un filo di perle stretto alla base del collo e colorati addobbi floreali nell’acconciatura. L’abito poi, riccamente guarnito da un velo che allude alle forme sottostanti, si presenta pretenzioso e complesso nella sua decorazione, con nastri e sete pregiate. Se l’opera appare lontana dai ritratti di posa, non si può escludere che sia omaggio ad un personaggio della storia di Venezia, anche recente, forse Irene di Spilimbergo (1538 –1559), la poetessa e pittrice friulana, allieva di Tiziano e morta a 21 anni, di cui la fama fu subito grandissima benché anche in questo caso non si conosca nessuna opera certa ed un solo ritratto, forse di Gian Paolo Pace, conservato alla National Gallery of Art, di Washington (1560 ca.) ne restituisce le fattezze. Ringraziamo la Dottoressa Elena Frosio per il prezioso supporto nella catalogazione dell’opera.
VECELLIO (Cesare). Costumes anciens et modernes. Habiti antichi et moderni di tutto il mondo. Précédé d'un essai sur la gravure sur bois par M. Amb. Firmin-Didot. Paris, Firmin-Didot frères, 1859-1860. 2 vol. in-8, demi-maroquin havane à coins, dos à nerfs, tête dorée, non rogné, couv. conservées sans le dos (L. Guétany). Quatrième édition de ce fameux recueil de costumes. Reliures passées.
In4° piccolo oblungo (mm 135x185). Contiene 24 tavole incise in legno con riproduzioni di ricami e merletti. In aggiunta, 7 veline con disegni di ricami del XX secolo. Conservati entro legatura in mezza pelle con piatti in pergamena. Carte sciolte. Alcuni dei fogli presentano difetti conservativi. Si vende come raccolta di tavole, lotto non passibile di restituzione. (1)
2 parti in 1 volume in-4° piccolo (mm 185x108). Copia priva delle prime 264 carte, delle ultime 20 e di altre carte nel testo. Oltre un centinaio di illustrazioni in xilografia nel testo. Legatura successiva in mezza pelle rossa con punte e piatti in carta decorata. Titolo in oro al dorso, sguardie in carta marmorizzata. Si vende come raccolta di tavole, lotto non passibile di restituzione. (1)
Öl auf Leinwand, ¨Badende Venus¨, unsigniert, von Prof. Hermann Voss zugeschrieben (1958, handschriftliche Zuschreibung in Kopie vorhanden), ca. 22x28cm, gerahmt (36x33cm), Firnis, diverse (überwiegend kleinere) Retuschen, leichter Farbabrieb
Egitto. Cesare Vecellio (1521-1601). Figure ed abiti egiziani. XVI secolo Moro nobile del Cairo. Xilografia 165x110 mm Donna del Cairo. Xilografia 165x110 mm Nobile Donzella. Xilografia 165x110 mm Giuseppe Filosi. Vestimento Solito Del Gran Signore. Incisione 185x122 mm Buone condizioni, foxing.
"MERCANTE GRECO" Single leaf Full-page woodcut costume with decorative border, design by Cesare Vecellio (c. 1530-1601) & woodcut probably by Christopher Krieger from Nuremberg, published in the contemporary fashion book "Degli Habiti Antichi e Moderni di Diversi Parti di Mondo" in Venice in 1590 by Cesare. Sheet size: 115x182 mm. Colas, 2976; Lipperheide Aa33; Benezit xiv, p. 82; Adams V, 314. VF.
2 parti in 1 volume in-4° (mm 183x110). Carte [24], 431; 432-499. Frontespizio entro bella cornice architettonica popolata di figure allegoriche, testatine e capilettera, il tutto xilografico. Con oltre 400 figure di costumi delle diverse parti del mondo, tutti con bordura architettonica, incisi in legno da Christoph Krieger su disegni del Vecellio. Ottima copia, lievemente ingiallita. Legatura ottocentesca in piena pelle firmata Emile Rousselle, con cornice di triplice filetto e losanga centrale impressi in oro ai piatti e titoli e fregi dorati ai comparti del dorso a 5 nervi.
Cecare Vecellio (ca.1521-1601), Papst Pius V. vereint Philipp von Spanien mit Alvise Mocenigo I. von Venedig, großer, allegorischer Holzschnitt um 1570 mit figürlich durchsetzter Rahmung, fachmännisch geschlossene Risse, 40 x 27,5 cm, hinter Pp. 47 x 36 cm
VECELLIO, Cesare (1521-1601). Corona delle nobili et virtuose donne. Venice: Printed for the Author, 1591. Three parts in one volume, oblong 4o (137 x 183 mm). Vecellio's woodcut bird device on title-page of each book. 76 woodcut patterns for embroidery and lace designs, woodcut of Venus on A4v, medallion figure of Vesta within a border of pattern strips at end of book two, and medallion and emblem within borders of pattern strips at end of book three. Two leaves misbound: Cc3 and Cc4 from book II bound in books I and III respectively; and with an inserted later issue of Gg2 from the second part bound in part one. (First few leaves stained.) Contemporary limp vellum (recased). Provenance: Sir John Sterling Maxwell (bookplates, including Nether Pollock bookplate); acquired from Thomas Thorp, 1964. SCARCE FIRST EDITION of Vecellio's famous lace-pattern book. Cesare Vecellio worked as an assistant for his famous cousin Titian and published various works on fashion and contemporary 16th-century design. The work was immediately popular, and books I and II were published three times in 1591. A fourth book was published in 1594 and a fifth in 1596, and all were reissued into the early 17th century. "The appeal of European-wide fashion was exploited as a lure to buyers of pattern books, too, such as Cesare Vecellio's La Corona delle Nobili et Virtuose Donne, which includes 'cuffs worn by French ladies,' 'Flemish-style rosettes,' and bedspread designs 'used by Greek ladies'" (Ann Rosalind Jones, Renaissance Clothing and the Materials of Memory, Cambridge UP, 2000, p. 137). Brunet V:1105; Mortimer Italian 520; Vecellio's Renaissance costume book, 1977, p. 3; Pizzi Antichi nei Disegni di Cesare Vecellio, 1980, p. 6 ("La sua opera pubblicata più volte dall'anno 1591 (I edizione) si ricorda in una rara edizione, si dice la IV, benché nulla si sappia della II e III, della Biblioteca Marciana del 1593").
Vecellio, Cesare Habiti antichi overo raccolta di figure delineate dal gran Titiano a da Cesare Vecellio suo fratello. Venice: G.G. Hertz, 1664. Third edition, 8vo, 415 woodcuts of costumes, device on title and at end, leaf before title blank, red morocco gilt, inner gilt border, g.e. by Thibaron-Joly, [Colas 2978; Sabin 98372 note]
VECELLIO, Cesare (1521-1601). Habiti Antichi overo Raccolta di figure... conforme alle Nationi del mondo. Venise: Combi & La Nou, 1664. In-8 (185 x 115 mm). Marque de l'imprimeur au titre et dernier feuillet de l'introduction, 415 gravures sur bois dans le texte avec leur texte explicatif. Maroquin vert du XIXυe siècle, dos à nerfs, roulette intérieure, tranches dorées (reliure légèrement frottée). SEULE ÉDITION DU XVIIυe SIÈCLE de cet ouvrage très populaire et abondamment illustré. Outre les costumes des peuples européens (français, italiens, allemands, suisses, russes, des pays du nord, etc.) on y trouve également les costumes des peuples persans, japonais, chinois et des Amériques. Colas 2978; Brunet V, 1104.
VECELLIO, CESARE. HABITI ANTICHI, ET MODERNI DI TUTTO IL MONDO. VENEZIA: SESSA, (1598) 8vo (174 x 114 mm), inquadratura xilografica del frontespizio, numerosissime tavole xilografiche a piena pagina nel testo, marca alla fine, pelle moderna, entro cofanetto. Fori di tarlo riparati su alcune carte, la carta F7 riparata al margine esterno senza danno al testo. Colas 2977
VECELLIO, Cesare (1521-1601). Corona delle nobili et virtuose donne. [Part IV: Gioiello della Corona per le nobili, et virtuose donne, libro quarto]. Venice: printed by the author, 1592. [Part IV: Heredi di Cesare Vecellio, 1608, but dedication dated 1616]. 4 parts in one volume, oblong 4° (131 x 185mm). 108 woodcuts of lace designs. (Some browning and spotting.) 18th-century vellum, marbled endpapers (old stains, a little bowed). RARE SECOND EDITION OF 'THE GREAT COSTUME BOOK' (Vecellio's Renaissance costume book). Cesare Vecellio worked as an assistant for his famous cousin Titian and published various works on fashion and contemporary 16th-century design. Brunet V, 1105 (1591 edition); Mortimer/Harvard Italian II, 520; Vecellio's Renaissance costume book, 1977, p.3; Pizzi Antichi nei Disegni di Cesare Vecellio, 1980, p.6: 'La sua opera pubblicata più volte dall'anno 1591 (I edizione) si ricorda in una rara edizione, si dice la IV, benché nulla si sappia della II e III, della Biblioteca Marciana del 1593'.
HABITI ANTICHI, ET MODERNI DI TUTTO IL MONDO. VENEZIA: (GIOVANNI BERNARDO) SESSA, (1598) 8vo (172x110mm), seconda edizione, frontespizio e un secondo titolo entro bordura architettonica e 506 tavole xilografiche a piena pagina nel testo raffiguranti costumi, marca dello stampatore all'ultima carta, pelle rossa firmata 'Fratelli Binda Milano', dorso a nervi con titolo in oro, dentelles, tagli dorati originariamente marmorizzati. Lievi macchie d'uso su alcune carte, angoli e spigoli della legatura un poco abrasi. Adams V 316; Cicognara 1819; Colas II 2977; Lipperheide 22; Sabin 98732
DE GLI HABITI ANTICHI ET MODERNI DI DIVERSE PARTI DEL MONDO LIBRI DUE. VENEZIA: DAMIAN ZENARO, 1590 DE GLI HABITI ANTICHI ET MODERNI DI DIVERSE PARTI DEL MONDO LIBRI DUE. VENEZIA: DAMIAN ZENARO, 1590 8vo (180x115mm), prima edizione, frontespizio architettonico e 420 illustrazioni xilografiche nel testo a piena pagina raffiguranti costumi, pergamena antica riadattata, dorso iscritto. Leggere bruniture e qualche restauro marginale. Adams V 314; Cicognara 1819; Colas II 1060-61; Vinet 2093
Habiti antichi et moderni di tutto il mondo. Venice: Giovanni Bernardo Sessa, 1598 8vo (7 x 4 1/2 in.; 179 x 115 mm). Title-page within an architectural woodcut border featuring the 4 continents, 506 full-page woodcut costumes and views, printer's woodcut device at the end; title-page extended, closed tear on fore-edge of I4, some browning and staining throughout, figure on R7v outlined in early ink. Full brown crushed morocco antique, spine stamped in blind, copper clasp. PROVENANCE Benjamin R. Haydon (signature on title-page dated 1816) ? E. H. Frost, Charleston, South Carolina (signature on title-page dated 1853) LITERATURE AND REFERENCES Cicognara 1819; Colas 2977; Lipperheide Aa 34; Sabin 98732 CATALOGUE NOTE The second edition, augmented with eighty-seven more subjects than the first edition of 1590. The costume subjects were designed by Vecellio and cut by Christoph Krieger (otherwise known as Cristoforo Guerra). Vecellio was a cousin of the artist Titian, studied with him, and it is thought was assisted by him in the design of the illustrations. Many of the subjects appear to be based on manuscript or printed sources, for example those of Nicolas de Nicolay and Pieter de Coeck. The book was owned by the English historical painter Benjamin R. Haydon (1786-1846). Haydon is chiefly known for his larger-than-life genre scenes such as Christ's Entry into Jerusalem in which he painted the portraits of his poet friends Keats, Wordsworth, Lamb and the Hunt brothers.